La convivenza di fatto consiste nella coabitazione allo stesso indirizzo e nello stesso nucleo familiare di due persone maggiorenni, sia dello stesso sesso che di sesso diverso:
unite stabilmente da legami affettivi e di reciproca assistenza morale e materiale;
non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un’unione civile.
Può essere presentata sia contestualmente alla dichiarazione di residenza o anche in un momento successivo.
I conviventi di fatto possono disciplinare i rapporti patrimoniali relativi alla loro vita in comune con la sottoscrizione di un contratto di convivenza con atto pubblico o scrittura privata autenticata da un notaio o da un avvocato che ne attestano la conformità alle norme imperative e all'ordine pubblico.
Il professionista che ha autenticato la sottoscrizione deve provvedere entro 10 giorni alla trasmissione al comune di residenza per la registrazione in anagrafe.
La convivenza di fatto può cessare per:
matrimonio/unione civile tra i conviventi o con altre persone;
decesso del convivente;
cessazione della coabitazione dichiarata dalle parti o accertata d’ufficio;
cessazione del legame affettivo a seguito di dichiarazione di uno o di entrambi i conviventi, pur continuando a sussistere la coabitazione (il venir meno della convivenza di fatto non fa necessariamente cessare la coabitazione anagrafica, i due soggetti, pur non riconoscendosi più conviventi di fatto vincolati da legame affettivo e di reciproca assistenza morale e materiale, continueranno a costituire una famiglia anagrafica).
La convivenza di fatto, invece, non cessa se i conviventi trasferiscono la propria residenza anagrafica ad altro indirizzo o in altro Comune, sempreché si continui a costituire un unico stato di famiglia nella medesima abitazione.